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giovedì 19 gennaio 2012

Museo delle Cere , ( Forse ) sono solo canzoni da spiaggia

Ore 00:21  di un freddo giovedì di Gennaio, le luci sono soffuse e Itunes suona melodiche post-rock songs dei Clann Zu, o semplicemente Zu, come li chiama Abe,( chissà poi se io e lui intendiamo gli stessi zu).

Si Abe vecchio cagnaccio neo_Architect con la passione sfrenata per la musica di qualità, con le sue profonde note dolenti e i sui testi pieni di spine ed avvolti nella seta. Abe persona semplice ma creativa. Già dal nome lo si direbbe: A-B-...., e uno direbbe C, più semplice di così...ed invece lui muove il suo plettro e suona la E, creativo.

Ecco il nuovo lavoro tutto qui, in quei magnifici pixel che descrivono il file .doc, proprio come Marc Bolan descriveva il Glam Rock con i suoi T-Rex.


“(Forse) son solo canzoni da spiaggia” è il nuovo album de "Il Museo delle Cere", ultimato nel 2011 che vede la sua pubblicazione in questi primi giorni di un freddo gennaio 2012. Un lavoro molto intenso che amalgama sonorità tipicamente unplugged a tematiche tipiche della contemporaneità, trattate in chiave sia cantautoriale che più moderna, sicuramente dal gusto un po' retrò, ma senza perdersi in inutile retorica (affermazione tra l'altro tratta dal primo pezzo che apre l'album: in mezzo ai piedi).

Il duo rostese (TO), formato da Paolo Abellone, aka ABE e Francesco Racca, aka FRA, porta avanti questo progetto da tempo, inserendo nelle esibizioni live ulteriori membri di supporto alle loro esecuzioni, ma con questo album, decisamente concettuale, mette i punti sulle "i" su una serie di pezzi che erano già collaudati da anni inserendo inoltre due inediti (Anime in sospeso e Regole) ed una cover di M. Pagani e F. De Andrè (davvero davvero).

Come dicono gli autori, la fase di arrangiamento è stata complessa, ma naturale, caratterizzata da una vena creativa molto forte accompagnata da un gusto stilistico e da una passione che lo rende un lavoro di una consistente maturità musicale ed intellettuale. Troviamo un Abellone molto criptico nelle interpretazioni, profondo e convincente, a volte volutamente sfuggente e sofferto, accompagnato dall'originale chitarra caratterizzata da un mood slowhand di un ritrovato Racca che spazia dall'elettrica solista, all'acustica 12 corde sino alle percussioni durante le fasi di registrazione.

Le parti ritmiche son lasciate ad Abellone che fa trasparire a tratti delle scelte stilistiche informali per l'epoca e per il genere (in Regole opta per un'accordatura in sol aperto); sempre suoi gli arrangiamenti di pianoforte, organo e synth che si vanno ad incastrare perfettamente e creano ogni volta un'atmosfera molto introspettiva.

Era palese da tempo la loro voglia di lavorare di mano propria sugli arrangiamenti, lasciandosi guidare dai gusti che dettavano le molteplici influenze e sicuramente la grande capacità di Racca è stata quella di realizzare un connubio quasi magico, trattando le sue parti soliste (e non solo) sempre con gran rispetto e cura degli arrangiamenti proposti, spingendosi a scegliere strumentazione quasi sempre differente a seconda dell'obiettivo da raggiungere.

Ora il duo sta preparando delle date di presentazione: è già stato annunciato che i live riprenderanno in gran parte questo lavoro, ma anche altri brani propri e cover di artisti internazionali.


Per ABE:

" L'idea live è quella di suonare i pezzi dell'album, ma anche in chiave alternativa all'album grazie ad altri musicisti che collaborano con noi a seconda della serata e del luogo; prevediamo degli intervalli musicati di lettura, proprio come negli intermezzi proposti nel disco. Insomma vuol essere un disco "aperto", dinamico anche nelle interpretazioni live; d'altronde noi veniamo da una realtà in cui si suona in piccoli locali e vogliamo proporre un prodotto consolidato, ma sempre diverso così da stimolare l'ascolto di chi ci segue e la partecipazione di altri musicisti, eventualmente scrittori e di chi crede in noi e nei nostri brani, ma soprattutto nei nostri concetti ".


Ragazzo hai detto tutto o quasi, ma ricorda che suoni nella valle del vento, dove tutte le voci sono trasportate, le melodie alzano ed abbassano il loro volume, a volte spezzate dalle folate, lo stesso vento che porta via i ricordi e ci lascia vivere il presente.

DDGZ, del Clan WindHood



I BRANI DELL'ALBUM


In mezzo ai piedi
Forse
1° intermezzo
Lui non ha tradito
Anime in sospeso
Regole
Morbido nero
2° intermezzo
Mare
Davvero davvero (Pagani/De Andrè)


Museo delle Cere fire on FB

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