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sabato 17 marzo 2012

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venerdì 3 febbraio 2012

True Night, Rest is Evening..#1

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giovedì 26 gennaio 2012

NYK @Charlotte Bobcats


Belinelli and Hornets vs S.Antonio Spurs


Belinelli and Hornets vs S.Antonio Spurs


Western Conference, Hornets 3w-14l, Spurs 11w-7l, sempre nei piani alti della classifica.

Hornets nuovamente privi di Gordon, e quindi ampio spazio per Marco Belinelli, in scadenza di contratto a fine anno ed orfano di Cris Paul.

#8 apre subito con un assist per un open-shot da 3 per Jarret Jack, che sbaglia.
Dopodichè si presenta lui, Marco Belinelli, from Italy, arresto e tiro in transizione:3 punti.

Ariza nuovamente da 3.


Belinelli sfrutta ancora un blocco di Jason smith, arresto e tiro. Fantastico jumper dalla media, che costringe Popovich a chiamare time-out.


Parziale 12-5 in favore degli Hornets, 5 Punti per Marco Belinelli.


Minuto 8:08 del 1° q, ed ancora mi tornano in mente le bandiere italiane, che passano per festeggiare la tripla del numero #8.


Il match riprende e si prospetta un duello K.Leonard vs Belinelli, un osso duro per la guardia italiana.


I possessi passano e mi convinco sempre di più che Okafor sia uno dei giocatori più sottovalutati della lega.
Sembra fisicamente l’Ammiraglio, con qualche cm in meno e molto più taurino.



I suoi conducono 22-13 contro gli Spurs, e Monty pare guardare perplesso i suoi giocatori, probabilmente per cercare di capire il perché dell’ultimo posto nella western Conference, quasi con il peggior record dell’intera NBA.



Timeo-Out e Belinelli torna sul pino, a 4 minuti da termine



Ore 2.32 a.m., sorpasso Spurs, 25-24.


Il letto chiama, Windhood risponde, chiude e va in Stand-by.








DDGZ del Clan WindHood










venerdì 20 gennaio 2012

Massimo Gramellini


Massimo Gramellini

Di lui si sa quasi tutto (M .Gramellini), attualmente vicedirettore de “La Stampa”, ospite presso-ché fisso a “Che tempo che fa”, condotto da Fabio Fazio su rai-tre, tifosissimo granata (e per questo un po’ lo biasimo), e titolare di una delle più belle rubriche quotidiane, ovverosia il “Buongiorno, di Massimo Gramellini”.


L'unico eroe
18/1/2012
"   Un capro espiatorio per sfogare la rabbia, un eroe senza macchia per placarla. E’ la formula un po’ stucchevole delle storie italiane al tempo della crisi. Anche nel dramma del Giglio la realtà è stata immediatamente diluita in un fumetto.
Servivano un’immagine evocativa (la nave sdraiata su un fianco, simbolo del Paese alla deriva) e uno Schettino che riempisse il vuoto lasciato da Berlusconi alla casella Figuracce & Bugie e assommasse su di sé l’orrore del mondo (ieri il Tg5 ha definito i suoi tratti fisici «lombrosiani» e il Tg3 lo mostrava in smoking come il comandante di «Love Boat» per suggerire maliziosamente la sua inconsistenza morale, quando TUTTI i comandanti di una crociera indossano lo smoking, nelle serate di gala). Mancava ancora il buono, che nella trama assolve al compito cruciale di riscattare l’onore ferito della collettività, fortificandola nell’illusione di essere migliore di quanto non sia. Adesso anche il buono c’è.
Ovviamente facciamo tutti il tifo per De Falco, il capo assertivo della Capitaneria di Livorno che nella ormai celebre telefonata ordina al comandante Schettino, già inscialuppatosi verso la riva, di tornare sulla nave e comportarsi da uomo. (Ordine vano, peraltro, come quasi tutti gli ordini dati in Italia, perché Schettino gli dice di sì e poi continua a scappare).
Eviterei però il gioco insistito dei paragoni: l’eroe contrapposto al vigliacco, l’italiano buono all’italiano cattivo, fino all’urlo autoassolutorio che ho letto su un blog: «Io sono De Falco». Anch’io. Anche Schettino, credetemi, se fosse stato sulla poltrona di De Falco sarebbe stato De Falco e avrebbe dato ordini perentori al se stesso vigliacco che tremava in mezzo al mare per la paura di morire.
Non voglio togliere meriti al valido ufficiale della Capitaneria, ma contesto l’abuso del termine «eroe», che in un’epoca che ha smarrito il significato delle parole viene appuntata sul petto di chiunque fa semplicemente il proprio dovere: rifiutando una mazzetta se è un funzionario pubblico, denunciando un giro di scommesse se è un calciatore, assumendosi le proprie responsabilità se esercita un ruolo di responsabilità. Dall’Iliade a Harry Potter, l’eroe è colui - soltanto colui - che mette a repentaglio la propria vita. E non perché la disprezza (quello è il fanatico), ma perché è disposto a sacrificarla in nome di un valore più elevato: l’amore (a-mor, oltre la morte).
Non escludo che l’ottimo De Falco sarebbe stato un eroe: il destino non gli ha consentito di mettersi alla prova. Dubito che lo sarei stato io e tanti altri che disputano sulla viltà di Schettino. Per me nella storiaccia del Giglio esistono persone inadeguate e altre adeguate, ma un unico vero eroe. Il commissario di bordo che con la gamba spezzata ha continuato a salvare le vite degli altri.   "

Forse molti non sanno però che il buon Massimo, ultimo gladiatore dell’etica, è anche un ottimo professore di storia para-moderna. Forse non lo sa nemmeno lui credo. Le uniche cose che so a riguardo dei Santi laici e dei politici bianchi, le devo a lui e a pochi altri.





I suoi teatrini con Fabio Fazio, sono autentiche interpretazioni della realtà. In televisione si recita, dal primo all’ultimo canale, i migliori attori sono quelli che recitano se stessi e le loro realtà, consapevoli delle responsabilità dei propri ruoli.




Chissà poi perché sarà mai granata...

Condire il tutto con l'Isola che non c'è, la versione blues di Alex Britti, esistono anche blues-man moderati.

DDGZ del Clan Windhood

giovedì 19 gennaio 2012

Museo delle Cere , ( Forse ) sono solo canzoni da spiaggia

Ore 00:21  di un freddo giovedì di Gennaio, le luci sono soffuse e Itunes suona melodiche post-rock songs dei Clann Zu, o semplicemente Zu, come li chiama Abe,( chissà poi se io e lui intendiamo gli stessi zu).

Si Abe vecchio cagnaccio neo_Architect con la passione sfrenata per la musica di qualità, con le sue profonde note dolenti e i sui testi pieni di spine ed avvolti nella seta. Abe persona semplice ma creativa. Già dal nome lo si direbbe: A-B-...., e uno direbbe C, più semplice di così...ed invece lui muove il suo plettro e suona la E, creativo.

Ecco il nuovo lavoro tutto qui, in quei magnifici pixel che descrivono il file .doc, proprio come Marc Bolan descriveva il Glam Rock con i suoi T-Rex.


“(Forse) son solo canzoni da spiaggia” è il nuovo album de "Il Museo delle Cere", ultimato nel 2011 che vede la sua pubblicazione in questi primi giorni di un freddo gennaio 2012. Un lavoro molto intenso che amalgama sonorità tipicamente unplugged a tematiche tipiche della contemporaneità, trattate in chiave sia cantautoriale che più moderna, sicuramente dal gusto un po' retrò, ma senza perdersi in inutile retorica (affermazione tra l'altro tratta dal primo pezzo che apre l'album: in mezzo ai piedi).

Il duo rostese (TO), formato da Paolo Abellone, aka ABE e Francesco Racca, aka FRA, porta avanti questo progetto da tempo, inserendo nelle esibizioni live ulteriori membri di supporto alle loro esecuzioni, ma con questo album, decisamente concettuale, mette i punti sulle "i" su una serie di pezzi che erano già collaudati da anni inserendo inoltre due inediti (Anime in sospeso e Regole) ed una cover di M. Pagani e F. De Andrè (davvero davvero).

Come dicono gli autori, la fase di arrangiamento è stata complessa, ma naturale, caratterizzata da una vena creativa molto forte accompagnata da un gusto stilistico e da una passione che lo rende un lavoro di una consistente maturità musicale ed intellettuale. Troviamo un Abellone molto criptico nelle interpretazioni, profondo e convincente, a volte volutamente sfuggente e sofferto, accompagnato dall'originale chitarra caratterizzata da un mood slowhand di un ritrovato Racca che spazia dall'elettrica solista, all'acustica 12 corde sino alle percussioni durante le fasi di registrazione.

Le parti ritmiche son lasciate ad Abellone che fa trasparire a tratti delle scelte stilistiche informali per l'epoca e per il genere (in Regole opta per un'accordatura in sol aperto); sempre suoi gli arrangiamenti di pianoforte, organo e synth che si vanno ad incastrare perfettamente e creano ogni volta un'atmosfera molto introspettiva.

Era palese da tempo la loro voglia di lavorare di mano propria sugli arrangiamenti, lasciandosi guidare dai gusti che dettavano le molteplici influenze e sicuramente la grande capacità di Racca è stata quella di realizzare un connubio quasi magico, trattando le sue parti soliste (e non solo) sempre con gran rispetto e cura degli arrangiamenti proposti, spingendosi a scegliere strumentazione quasi sempre differente a seconda dell'obiettivo da raggiungere.

Ora il duo sta preparando delle date di presentazione: è già stato annunciato che i live riprenderanno in gran parte questo lavoro, ma anche altri brani propri e cover di artisti internazionali.


Per ABE:

" L'idea live è quella di suonare i pezzi dell'album, ma anche in chiave alternativa all'album grazie ad altri musicisti che collaborano con noi a seconda della serata e del luogo; prevediamo degli intervalli musicati di lettura, proprio come negli intermezzi proposti nel disco. Insomma vuol essere un disco "aperto", dinamico anche nelle interpretazioni live; d'altronde noi veniamo da una realtà in cui si suona in piccoli locali e vogliamo proporre un prodotto consolidato, ma sempre diverso così da stimolare l'ascolto di chi ci segue e la partecipazione di altri musicisti, eventualmente scrittori e di chi crede in noi e nei nostri brani, ma soprattutto nei nostri concetti ".


Ragazzo hai detto tutto o quasi, ma ricorda che suoni nella valle del vento, dove tutte le voci sono trasportate, le melodie alzano ed abbassano il loro volume, a volte spezzate dalle folate, lo stesso vento che porta via i ricordi e ci lascia vivere il presente.

DDGZ, del Clan WindHood



I BRANI DELL'ALBUM


In mezzo ai piedi
Forse
1° intermezzo
Lui non ha tradito
Anime in sospeso
Regole
Morbido nero
2° intermezzo
Mare
Davvero davvero (Pagani/De Andrè)


Museo delle Cere fire on FB